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[Forse OT] .......progetto "reale"

Ultimo Aggiornamento: 19/06/2008 01:15
18/06/2008 11:50
 
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Passando il tempo, ultimamente , a fare tanti progetti, mi e' spesso venuto in mente come quella stessa situazione sarebbe stata affrontata in un progetto "vero", industriale. Intendo il livello di raffinamento necessario affinche' un dispositivo sia commerciabile. L'unico schema che attualmente posseggo e' quello assolutamente abnorme del mio televisore che utilizza tecniche digitali chiaramente.
Purtroppo e' troppo esteso e senza note, quindi impossibile da decifrare (per me!), anche se i vari stadi sono riconoscibili almeno ad un livello logico.
Mi chiedevo se qualcuno conoscesse un link dove vedere progetti "veri", magari spiegati, non riservati o protetti da copyright oppure appunto declassificati perche' relativi a dispositivi ora obsoleti.
Io non ne ho mai trovati, purtroppo.
18/06/2008 20:12
 
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(No, non direi che il tema sia del tutto off-topic.)

Ho paura che di link così non ne troverà mai. Per tutta una serie di ragioni, che provo ad elencare senza ordine di importanza e senza la pretesa di esaurirli tutti:

(1) i livelli necessari di dettaglio ingegneristico possono essere svariati, dal condensatore di bypass sui piedini di alimentazione di ogni circuito integrato, al partitore resistivo (tipicamente 0.22K/0.33K ohm) per l'adattamento di impedenza di conduttori che trasportano segnali veloci, alla distribuzione del segnale di clock, alla distribuzione del piano di massa e di alimentazione sul circuito stampato, alla protezione di ingressi e uscite contro sovraccarichi e/o cortocircuiti;

(2) è indispensabile la specifica precisa di ogni circuito integrato, in termini di part number, range operativo di temperatura, selezione di velocita' e via dicendo; analogamente per ogni altro eventuale componente discreto;

(3) da un po' di tempo a questa parte esiste il concetto di IP (che qui sta per Intellectual Property, non Internet Protocol), che in ultima analisi è sostanzialmente analogo a ciò che si usa fare nel software fornendo codici binari anziché codici sorgenti;

(4) oggigiorno un progetto non va in produzione se non è stato sottoposto a un numero adeguato di simulazioni sotto CAD (Computer Aided Design), le quali nella gran parte dei casi vanno a finire come parte della documentazione (almeno di quella a supporto della manutenzione); quando ancora il CAD non esisteva, si montavano dei circuiti provvisori (prototipi), li si provava, e solo quando si era realmente sicuri del corretto funzionamento si passava al circuito stampato (e spesso questa procedura richiedeva, a latere, il progetto e la costruzione di un apparato di test).

Gli elementi sono tanti, come vede, (e diversi altri andrebbero citati). Tanto per darle un'idea, per un sistema di complessità medio-piccola, il "progetto logico" così come lo conosciamo in questa sede rappresenta all'incirca un 30-40%, in termini di man-power (come parlo bene, eh?), rispetto all'intero processo produttivo.

18/06/2008 21:05
 
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Erano cose che temevo e che lei mi ha ulteriormente chiarito e la ringrazio.
Quindi suppongo che anche per un semplice dispositivo elettronico (digitale) il Time to Market sia sempre abbastanza elevato ed il suo progetto complesso.
Mi perdoni se spesso porto il discorso a livelli che esulano dall'esame ma e' forse la prima volta che ho avuto modo nel mio percorso universitario di avere la fortuna di porre domande ad un progettista vero.
L'unico altro approccio reale e' stato tempo fa con un progettista a radiofrequenza ma era della vecchia guardia e quindi legato ancora a tecnologie piuttosto d'annata ma ho passato ore ad ascoltarlo e a porgere domande perche' aveva una esperienza decennale e si vedeva.
Una mia altra curiosita' e' se ora, in un progetto complesso, si tende a modulare e scomporre in blocchi che poi ogni team affronta o in genere e' lo stesso pool di persone che si occupa di tutto.
Questo perche', da quello che leggo, anche nell'ambito di una stessa specialita' elettronica, tipo la RF, la digitale, l'analogica, oramai c'e' un tale livello di complessita' che dubito che un progettista possa occuparsi di ogni aspetto.
E se non la tedio una ultima domanda : esistono ancora applicazioni ad altissima velocita' in cui e' necessario progettare tutto in hardware e non e' possibile usare cpu anche velocissime?
Oppure DSP e CPU oramai stanno occupando qualsiasi tipo di applicazione?
18/06/2008 23:50
 
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Utente Gold
Quindi suppongo che anche per un semplice dispositivo elettronico (digitale) il Time to Market sia sempre abbastanza elevato ed il suo progetto complesso.

E invece no, perché il Time To Market (TTM) e la complessità del progetto non sono valori definiti dalla stessa entità. Il TTM è funzione delle strategie aziendali e delle esigenze di mercato (e in quanto tale tende sempre ad avere un valore più basso di quanto ci si possa ragionevolmente aspettare) mentre la complessità è di competenza del team di progetto (e in quanto tale tende sempre a essere piuttosto sottostimata in fase di preventivo e quasi sempre si rivela superiore al previsto in fase di consuntivo). Inoltre, un qualunque progetto non può avere un TTM superiore a un certo limite fisiologico, diversamente il prodotto sarebbe già obsoleto nel momento in cui esce sul mercato.

L'unico altro approccio reale e' stato tempo fa con un progettista a radiofrequenza ma era della vecchia guardia e quindi legato ancora a tecnologie piuttosto d'annata ma ho passato ore ad ascoltarlo e a porgere domande perche' aveva una esperienza decennale e si vedeva.


Magari era un valvolaro? Ah le valvole, il mio primo amore [SM=g8080] quando stavo ancora al liceo -- non c'e' integrato o DSP che mi abbia dato uguali soddisfazioni...

Una mia altra curiosita' e' se ora, in un progetto complesso, si tende a modulare e scomporre in blocchi che poi ogni team affronta o in genere e' lo stesso pool di persone che si occupa di tutto.

Se il progetto è sufficientemente complesso (intendo qualcosa delle dimensioni di un armadietto o peggio), sicuramente sì. C'è qualcuno che definisce alcune cose, come i protocolli di intercomunicazione tra i vari sottosistemi e simili, e poi a ciascuno il suo sottosistema. Per cose più semplici, in linea di principio -- almeno dal mio punto di vista e per le mie abitudini -- una persona è meglio che due; a meno che non si tratti di qualcosa che richieda sia hardware che software, nel qual caso due persone sono l'ideale.

Questo perche', da quello che leggo, anche nell'ambito di una stessa specialita' elettronica, tipo la RF, la digitale, l'analogica, oramai c'e' un tale livello di complessita' che dubito che un progettista possa occuparsi di ogni aspetto.

Per certi aspetti è sempre più vero -- anche se altrettanto vero è che l'elettronica analogica a bassa frequenza ormai quasi non si insegna più, sebbene abbia ancora importanti applicazioni come in alta fedeltà etc

E se non la tedio una ultima domanda : esistono ancora applicazioni ad altissima velocita' in cui e' necessario progettare tutto in hardware e non e' possibile usare cpu anche velocissime?
Oppure DSP e CPU oramai stanno occupando qualsiasi tipo di applicazione?


Sono sempre di meno (a parte, ovviamente, le CPU stesse) ma esistono ancora. Innanzitutto le CPU vanno interfacciate al mondo esterno, e chiaramente non può interfacciare una CPU attraverso un'altra CPU. Se vuol farsi un'idea più precisa, provi a entrare in Google con la frase "special purpose hardware". Troverà i radar, il craccamento di cifrari, le reti neurali, l'astrofisica, e altre cosette del genere.
19/06/2008 01:15
 
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Utente Junior
La ringrazio molto.
Per gli elettronici comunque il prof Marietti di Elett 2 rimane ancora un valoroso ( e temutissimo) paladino dell'analogico.....guai a non sapersi districare sulla banda frazionale larga!!!
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